Approfondimento della rivista Diritto & pratica del lavoro sulla legge n. 183 del 4 novembre 2010 e sulla maxi sanzione per il lavoro sommerso.
Lavoro nero
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Stai lavorando senza un contratto? Sei un lavoratore o lavoratrice in nero e vorresti regolarizzare la tua situazione? In questa scheda parliamo di lavoro nero (o sommerso): cos’è, quali sanzioni prevede la legge e a chi puoi rivolgerti per denunciare irregolarità.
In questa scheda:
Lavoro nero
Quando si svolge un lavoro in forma continuata, ma senza un regolare contratto (firmato dalle parti e registrato), si determina una condizione di lavoro nero (o lavoro sommerso).
Il lavoro nero è illegale. Il datore di lavoro che assume in nero non paga, in parte o totalmente, le tasse previste dalla legge. Al lavoratore non viene riconosciuta alcuna copertura previdenziale, né le garanzie e le tutele previste dalla legge.
In alcuni casi possono esistere forme di lavoro nero anche in presenza di un contratto regolare: quando il datore di lavoro paga una parte dello stipendio “fuori busta”, nascondendo una quota della retribuzione allo Stato e al fisco.
I settori più colpiti da questo fenomeno, in base alle ricerche sul tema, sono quelli dell’edilizia, dell’agricoltura che sono anche quelli in cui si verifica il maggiore numero di infortuni gravi o mortali, e quello dei servizi. Le persone maggiormente esposte al pericolo di un lavoro in nero sono i cittadini extracomunitari (se hai bisogno di aiuto e supporto trovi i contatti che ti servono nella scheda Cerco lavoro e sono straniero), che rischiano l’espulsione dal Paese in mancanza di un regolare contratto, le persone con legami familiari o di amicizia con il datore di lavoro, i giovani alle prime esperienze lavorative.
Sanzioni per il datore di lavoro
Un datore di lavoro può essere sanzionato se non consegna la comunicazione obbligatoria (CO) al Centro per l’impiego. Tale documento informa il Ministero del lavoro, la Regione, l'Inps, l'Inail e la Prefettura dell’assunzione del dipendente. La Comunicazione Obbligatoria va consegnata alla sede provinciale dello Sportello Unico dei Centri per l'Impiego o inviata per via telematica al sito di Sistema Piemonte (se vuoi sapere la procedura da seguire per assumere un lavoratore legalmente vai alla scheda Assumere collaboratori e trovare soci).
Grazie alla Comunicazione Obbligatoria il lavoratore dipendente è automaticamente iscritto all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS). In caso di mancata iscrizione la Direzione Territoriale del Lavoro può applicare al datore di lavoro una sanzione per ciascun lavoratore “in nero”. Questa multa è cumulabile con le altre sanzioni amministrative e civili previste contro il lavoro nero e, nei casi più gravi, il datore di lavoro deve chiudere la propria attività.
Per maggiori informazioni leggi la pagina dell’INPS dedicata alle sanzioni sul lavoro in nero o vai nell’area download di questa scheda.
Con l’articolo 14 del decreto Destinazione Italia sono state rese più severe le sanzioni per le imprese che non rispettano le norme sul lavoro. Trovi una sintesi di quanto previsto dalla legge sulla pagina del Confartigianato di Vicenza dedicata alla Nuove disposizioni sanzionatorie per il lavoro.
Perché denunciare
In molti casi possono nascere rapporti di lavoro in nero a insaputa del lavoratore, ma nella maggior parte dei casi il lavoratore è consapevole e acconsente a lavorare in nero.
Lavorando in nero non si possiede alcuna tutela assicurativa, infortunistica e pensionistica. Per maggiori informazioni leggi le schede Salute e sicurezza sul lavoro e Contributi e previdenza sociale.
Non firmare MAI contratti in cui non è indicata la data di inizio e di fine della tua attività lavorativa, per quelli a tempo determinato. È un modo per tutelarti da un datore di lavoro scorretto, che potrà attivarti il contratto se e quando vuole, o licenziarti quando lo desidera, ad esempio nel caso in cui tu abbia un infortunio.
Come denunciare
Per denunciare un datore di lavoro che ti costringe a lavorare senza un contratto rivolgiti:
- All'Ufficio dell'Ispettorato Territoriale del Lavoro, che ha sede nella Direzione Territoriale del Lavoro. Nella pagina Denuncia all’ispettorato trovi i documenti e le procedure con cui fare una denuncia
- Alla Guardia di Finanza, dove potrai fare una segnalazione anonima o sporgere denuncia. Le forze dell’ordine hanno l’obbligo di intervenire presso la sede lavorativa per effettuare controlli e verificare quanto riferito. La Guardia di Finanza non rivela il nome della persona che ha inviato la segnalazione o fatto la denuncia.
Puoi inoltrare la denuncia anche a:
- L’ufficio vertenze dei Sindacati (se sei iscritto o vuoi iscriverti). Queste organizzazioni hanno sempre accordi con studi di avvocati del lavoro. I sindacati sporgeranno la denuncia a loro nome e si impegneranno:
- Nella fase di contrattazione
- Nella pacifica gestione delle controversie tra lavoratore e azienda
- Nella fase di preparazione di vertenze (le denunce fatte per far riconoscere i diritti del lavoratore se il datore di lavoro non li rispetta)
- Nell’invio della denuncia all’Ispettorato del lavoro, all’Inail o all’Inps, che provvederanno ad avviare le procedure per verificare eventuali irregolarità
- Un legale di fiducia.
I legali o i sindacati provvedono a inviare una raccomandata al datore di lavoro dove spiegano la problematica e le richieste del dipendente, invitandolo a un incontro per arrivare a una conciliazione (accordo). Tale incontro viene svolto nella sede della Direzione Territoriale del Lavoro e ha come obiettivo quello di trovare una soluzione per regolarizzare il lavoratore o per fargli avere quanto dovuto. La trattativa può durare a lungo, soprattutto nel caso (frequente) in cui il rapporto di lavoro sia cessato in precedenza.
Spesso bisogna ricorrere al Giudice del Lavoro che ha sede presso il Tribunale territorialmente competente. Durante l’udienza lavoratore e datore di lavoro sono assistiti da un avvocato (se il lavoratore si è rivolto a un sindacato può averlo gratuitamente). La sentenza determina la colpevolezza del datore di lavoro, i risarcimenti e le sanzioni.
- Se accetti un lavoro in nero non hai nessuna copertura assicurativa e previdenziale
- Se vuoi fare un lavoro nel tempo libero in modo regolare (come ad esempio dare ripetizioni, fare la/il babysitter o fare lavori stagionali nell’agricoltura), puoi farti pagare tramite voucher: per saperne di più leggi le schede Lavorare prima dei 18 anni, Lavori stagionali e Lavoro accessorio (a voucher) e intermittente (a chiamata)
- Puoi seguire alcuni consigli che ti permetteranno di tutelarti da un eventuale contratto di lavoro in nero:
- Non firmare mai contratti in cui non è segnata la data di inizio (e fine dell’attività lavorativa, per quelli a tempo determinato)
- Segna su un quaderno la data di inizio del lavoro e le ore (inclusi gli straordinari) e le assenze fatte (specificando se si tratta di permessi, ferie o malattie) e i pagamenti ricevuti
- Se stai lavorando in nero e ti pagano con assegni fai una fotocopia: è materiale utile per accompagnare la denuncia
- Quando discuti con il datore di lavoro sul tuo contratto cerca di avere un testimone della tua versione dei fatti (chiedi ad un collega di essere presente, ad esempio)
- Se puoi, promuovi la causa contro datore di lavoro insieme ad altri colleghi: una denuncia collettiva ha sicuramente un peso maggiore
- Per avere testimoni, in caso di denuncia, segnati i riferimenti dei tuoi colleghi, per poterli contattare, e cerca di avere comportamenti abitudinari (per esempio, fai pausa pranzo nello stesso posto, per farti ricordare dal proprietario).
aumenta le sanzioni per i datori di lavoro scoperti a impiegare lavoratori in nero. Le sanzioni crescono in base al numero di lavoratori in nero e alla durata del periodo lavorativo.
nell’articolo 36-bis definisce il "lavoro nero" la situazione in cui un lavoratore sia sconosciuto alle autorità statali competenti, perché non è registrato presso i Centri per l'Impiego e presso gli Istituti previdenziali (INPS, INAIL). Non dà luogo, invece a lavoro nero, o irregolare, il mancato o ritardato pagamento dei contributi previdenziali. Incarica la Direzione Territoriale del Lavoro di svolgere attività di monitoraggio sulle imprese, nel caso in cui vengono riscontrate attività illecite, e applica le relative sanzioni.
definisce le sanzioni contro il lavoro in nero; autorizza gli enti previdenziali, come INPS e INAIL, a sanzionare i datori di lavoro che non hanno messo in regola i propri dipendenti.
specifica, all’articolo 14, le nuove sanzioni per chi fa lavorare in nero i propri dipendenti. Questo articolo è stato modificato con la Legge 9/2014.
consente ai contribuenti che possiedono illecitamente patrimoni all’estero di regolarizzare la propria posizione denunciandosi spontaneamente all’Agenzia delle entrate.
è il sito dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. In particolare cliccando sulla voce della banda blu 'Prestazioni e servizi' trovi la pagina Sanzioni amministrative e civili per il lavoro nero.
è un sito del Ministero del Lavoro che pubblica una pagina dedicata alla Comunicazione Obbligatoria da compilare quando si assume un lavoratore. Nella stessa pagina è possibile trovare informazioni sui compiti dell’Ispettorato del Lavoro, che verifica la correttezza della Comunicazione obbligatoria, a cui puoi rivolgerti per denunciare il tuo datore di lavoro in caso di lavoro in nero.
è un sito di informazione sulle novità in materia di lavoro, offre notizie sintetiche e aggiornate sulle normative. Se vuoi conoscere i possibili cambiamenti sul tema del lavoro in nero consulta il sito o iscriviti alla newsletter gratuita.
- Il lavoro nero è un rapporto di lavoro senza un contratto ufficiale. Al lavoratore non viene riconosciuta alcuna copertura previdenziale, di garanzia, e di tutela previste dalla legge
- Il datore di lavoro che fa lavorare i propri dipendenti in nero può subire sanzioni economiche e, nel peggiore dei casi, la chiusura dell’azienda
- Se lavori in nero non subirai sanzioni in caso di denuncia
- Se vuoi denunciare situazioni di lavoro nero, puoi rivolgerti: alle Direzioni Territoriali del Lavoro, alla Guardia di Finanza, ai sindacati, a un legale di fiducia