Discriminazione e sport

Stampa

Stampa i contenuti selezionati

Vuoi capire se sei vittima o testimone di un caso di discriminazione nello sport? Sai cosa rischia chi discrimina? In questa scheda scoprirai quali sono le forme di discriminazione in ambiente sportivo, i danni che provocano e le pene conseguenti prescritte dalle federazioni sportive.

Rete di ferro e nello sfondo ragazzi che giocano a tennis

Parliamo di...

Discriminazione e sport

Lo sport è molto importante per la crescita, sia fisica sia psicologica, uno strumento per sviluppare se stessi e formare la propria identità. Per questo motivo tutti dovrebbero avere pari diritti e opportunità quando si parla di pratica e competizione sportiva.

La Carta Olimpica, forse il testo che più di ogni altro riassume i principi di etica nello sport (per maggiori informazioni consulta la scheda Etica e sport), mette al centro i valori dell’uguaglianza e della lotta a ogni forma di discriminazione.

Purtroppo, però, i documenti non bastano e la realtà ci conferma che esistono ancora gravi discriminazioni nel mondo dello sport. Possono essere discriminazioni:

  • Di genere (ad esempio, nei confronti delle donne) o riferite all’orientamento sessuale (nei confronti di atleti omosessuali)
  • Razziali (ad esempio, nei confronti degli sportivi stranieri)
  • Territoriali (nel caso, ad esempio, di discriminazioni tra atleti del nord e del sud Italia).

La discriminazione può presentarsi in varie forme ed esprimersi con insulti, forme di violenza, soprusi. Può anche essere più subdola e manifestarsi nei casi in cui si rende impossibile partecipare alle gare (ad esempio, un allenatore che discrimina un atleta meritevole) o non si tutelino adeguatamente alcune categorie di atleti, per esempio a livello lavorativo (per esempio nel caso di donne che non hanno la tutela della maternità).

Se pensi di essere vittima di una discriminazione, consulta il sito dell’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, che fornisce assistenza alle vittime di comportamenti discriminatori attraverso un apposito Contact center telefonico gratuito contattabile al numero verde 800 901010 o via mail alla sezione Segnala.

Discriminazione di genere

Nel mondo dello sport ci sono numerose differenze tra gli sport maschili e quelli femminili, infatti non esistono:

  • Tutele specifiche per le atlete: ad esempio non possono versare i contributi (per sapere cosa sono i contributi leggi la scheda Contributi e previdenza sociale), non hanno ferie e la maternità (vai alla scheda Mutua, ferie, maternità/paternità)
  • Leghe e federazioni sportive professionistiche femminili, come indicato nella Legge 91/1981 sul professionismo sportivo (per saperne di più leggi il paragrafo Cosa dicono le leggi?)
  • Seguito giornalistico degli sport femminili sui media (tv, radio e quotidiani).

Inoltre hanno un peso minore:

  • Premi e rimborsi, rispetto alle gare maschili
  • Sponsor e finanziamenti per le squadre femminili.

Purtroppo la legge italiana non prevede pene specifiche, come ad esempio quelle contro il razzismo (vedi paragrafo sulla Discriminazione razziale), per chi discrimina le donne nello sport.

Discriminazione rispetto l’orientamento sessuale

Una discriminazione altrettanto forte è quella riferita a tutte le questioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere: su questo tema ci sono pesanti vuoti normativi che aprono rischi di discriminazioni e difficoltà a risolvere problematiche nuove.

Per esempio, soprattutto negli sport maschili, gli atleti omosessuali sono spesso spinti a tenere nascosto il proprio orientamento, subendo di fatto una forma di discriminazione. Diverso, ma non meno pesante sul piano individuale, il caso degli atleti intersessuali (che hanno entrambi gli organi sessuali) e dei transessuali (che hanno cambiato sesso) contro i quali si sono verificate forme di protesta per la mancanza di una normativa chiara sulla materia.

Le federazioni sportive non si sono ancora espresse in modo compiuto e chiaro, e con adeguati regolamenti, sulle questioni che riguardano la pratica dello sport per tutte le identità di genere: non ci sono, quindi, reali tutele e strumenti per combattere le possibili forme di discriminazione.

Queste forme di discriminazione, purtroppo, sono presenti anche altri ambiti della società: superarle è un processo molto lento.

Discriminazione razziale

Da sempre la discriminazione razziale è una delle forme più diffuse in tutti gli ambiti e lo sport è stato più volte al centro di scandali legati a comportamenti razzisti.

Si sono verificati spesso cori d’insulti contro giocatori di colore o stranieri negli stadi (sul tema, leggi anche la scheda Tifo e violenza), che hanno rovinato lo spirito della competizione per tutti, atleti e tifosi.

Poiché la discriminazione va contro il principio di uguaglianza degli atleti, le federazioni sportive hanno previsto pene importanti per i casi di razzismo:

  • Gli atleti e i dirigenti di società sportive che commettono atti di discriminazione rischiano squalifiche dalle gare e, per i professionisti, sanzioni economiche, sotto forma di multe
  • I tifosi autori di cori e/o striscioni con contenuti razzisti sono puniti con l’assegnazione del Daspo, cioè il divieto di accedere alle manifestazioni sportive, che impedisce a chi è condannato di essere spettatore agli eventi sportivi
  • La società sportiva, i cui tifosi si macchiano di atti di discriminazione, di solito sono multate e subiscono la chiusura degli stadi ai tifosi, per alcune gare.

Discriminazione territoriale

Quando si parla di discriminazione territoriale si intendono tutti quegli atti che vogliono creare una divisione tra città, regioni o parti d’Italia. In particolare, la discriminazione territoriale che si è verificata più spesso nel nostro Paese è quella tra il nord e il sud, attraverso insulti, derisioni poi sfociate in violenze e scontri.

Questa forma di discriminazione è da sempre un grave problema nel mondo del calcio, tanto che la Figc (Federazione Italiana Giuoco Calcio), per punire giocatori e tifosi, ha previsto le stesse pene assegnate alla discriminazione razziale.

Info da ricordare

  • La discriminazione è considerata un reato penale, previsto dalla legge italiana: se ne sei vittima rivolgiti alle forze dell’ordine. Chi commette atti di discriminazione (di genere o razziale) rischia il carcere e pesanti multe, cui si aggiungono le pene decise dalle federazioni sportive
  • Il rispetto è alla base di ogni sport: condividi i bei momenti che offre, senza distinzioni di genere, orientamento sessuale e provenienza
  • Se vuoi conoscere alcune associazioni contro le discriminazioni:

Cosa dicono le leggi?

La legge indica quali sono le pene e le aggravanti per i reati di discriminazione razziale, fissando il periodo di possibile reclusione in un arco di tempo compreso tra i 6 mesi e i 4 anni, per chi commette violenze con motivazioni razziali.

La legge ha introdotto il concetto legale di “professionista dello sport”. Sono considerati giocatori professionisti solo quelli appartenenti alle categorie più alte dei seguenti sport: calcio, pallacanestro, golf, pugilato, motociclismo e ciclismo. Nessuna delle federazioni di questi sport ha però campionati femminili professionistici.

Dove trovo info sul web?

è il sito della Rete regionale contro le discriminazioni in Piemonte creata dalla Regione Piemonte e dall’UNAR. Sul sito ci sono informazioni e normative sulle principali forme di discriminazione. Nella pagina Contatti troverai gli indirizzi e-mail dei Nodi/Antenne territoriali.

è il sito dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, fornisce assistenza alle vittime di comportamenti discriminatori attraverso l’azione dedicata di un apposito Contact center telefonico gratuito contattabile al numero verde 800 901010 o inviando una segnalazione. Svolge inchieste per verificare l’esistenza di fenomeni discriminatori. Sotto la voce Associazioni troverai gli elenchi delle associazioni e degli enti che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni.

è il sito della rete di associazioni no-profit che si occupa di discriminazione e razzismo nel calcio. Sul sito troverai notizie su casi di discriminazioni e sull’attività di Fare. Nella sezione Get involved è attivo un servizio denominato Report Discrimination che permette di inviare segnalazioni di discriminazione nel calcio. Il sito è in lingua inglese.

Dove trovo info vicino a casa?

Caricamento dati...
 
Lista degli indirizzi

Riassunto

  • La discriminazione nello sport assume molte forme, in particolare si può dividere in discriminazione di genere, razziale e territoriale
  • La discriminazione di genere e orientamento sessuale non è presente nei regolamenti delle federazioni sportive, questo aspetto determina un trattamento non equo tra i generi
  • Nel caso di razzismo e discriminazione territoriale sono previste pesanti pene per tifosi, atleti e società sportive.
Ultima modifica: 12/06/2018

Scheda presente in

Download

Ricerca uffici e sportelli

News correlate

Evento
Sport, Vita sociale
Carmagnola - Nel pomeriggio di domenica 17 settembre il Centro cittadino verrà invaso da ben 27 Associazioni spor
Evento
Sport, Vita sociale
Carmagnola - 17 settembre 2023
Corso
Salute e benessere, Sport, Studio e formazione
Varie sedi - Al via “Patchwork:  in rete per i giovani”
Bando
Salute e benessere, Sport, Vita sociale
Piemonte - C'è tempo fino al  15 settembre 2022 per partecipare al bando della Regione Piemonte per sup
Evento
Sport
Verbania-Pallanza - Si terrà domenica 3 novembre la nona edizione della "Lago Maggiore Marathon".